Il 30 gennaio 2024 la grande Moschea di Roma ha ospitato un importante workshop su <<Il ruolo delle istituzioni, delle comunità religiose e della società civile nella difesa dei luoghi di culto>>. Straordinaria partecipazione di eminenti figure provenienti da diversi ambiti, il contributo delle istituzioni e delle forze dell’ordine, nonché le analisi e le pratiche esemplari nella prevenzione.
Negli ultimi anni, la protezione dei luoghi sacri è emersa come una questione di notevole importanza nel dibattito internazionale. Questi siti, che rappresentano il cuore spirituale e culturale di numerose comunità in tutto il mondo, sono spesso vulnerabili in periodi di tensione e conflitto.
Workshop difesa luoghi di culto
ll 30 gennaio 2024 presso il Centro Islamico Culturale d’Italia, si è tenuto un interessante Workshop su <<Il ruolo delle istituzioni, delle comunità religiose e della società civile nella difesa dei luoghi di culto>> nel quadro del Progetto SPIRIT, “Synergies to protect places of worship and religious gatherings”. L’evento, organizzato da Europe Islamic Association (EIA), in collaborazione con la Grande Moschea di Roma, è stato caratterizzato dalla partecipazione di eminenti figure provenienti da diversi ambiti, tutti riuniti con l’obiettivo comune di rafforzare la sicurezza nei luoghi sacri e di sostenere la libertà di culto.
Tra i relatori di spicco vi erano Shaykh Rifaey al Shahat abd Rabou Eissa, Imam della Grande Moschea di Roma, il Rabbino Scialom Bahbout, presidente del CIRS, e il Monsignor Jean-Marie Gervais, Prefetto Coadiutore della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. Queste autorità religiose hanno condiviso i loro punti di vista sulla necessità di proteggere i luoghi di preghiera e di contrastare ogni forma di estremismo e intolleranza.
L’imam della moschea di Roma ha espresso in modo categorico la posizione dell’Islam contro l’estremismo, enfatizzando l’importanza della creazione di legami tra le diverse comunità e della promozione di un clima di convivenza pacifica. La grande moschea di Roma riveste un ruolo fondamentale nell’istruire i membri della comunità musulmana e nel diffondere un messaggio di pace e dialogo. Attraverso iniziative educative e culturali, il centro si impegna attivamente a favorire la reciproca comprensione tra i musulmani e i membri di altre fedi religiose, contribuendo così alla costruzione di una società inclusiva e armoniosa.
Sul fronte istituzionale, l’evento ha visto la straordinaria partecipazione del Prefetto Laura Lega, che dirige il Dipartimento libertà civili e immigrazione presso il Ministero dell’Interno, accompagnata dal Prefetto Alessandro Tortorella, direttore della Direzione centrale degli Affari dei Culti. Il Prefetto Lega nel suo intervento ha evidenziato il ruolo cruciale dello Stato nel garantire la libertà di culto e la protezione dei luoghi di culto. Il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha sottolineato l’impegno del governo italiano nella prevenzione dell’estremismo violento e nella sicurezza dei luoghi di culto.
Il workshop si è articolato in varie sessione tematiche. Il panel sulle analisi delle vulnerabilità è stato aperto da Nikolaos Lalazisis di KEMEA, in qualità di manager coordinatore del progetto Spirit. Il panel ha beneficiato degli interventi di Federico Benolli, del progetto SHRINEs, e di Niklas Hamann, del progetto SHIELD. Le loro presentazioni hanno arricchito il dibattito, offrendo contributi significativi riguardo le metodologie più efficaci sulla tutela e sulla sicurezza dei luoghi di culto.
Il panel, moderato da Georgia Anagnostaki di Ianus, ha evidenziato il fondamentale contributo delle forze dell’ordine nell’ambito della sicurezza pubblica. Esperti come il dott. Marco Olivini Ferraiolo della Polizia Italiana e il Cap. Apostolos Skrekas, per la Hellenic Police, hanno arricchito la discussione con il loro sapere specialistico in materia di antiterrorismo e sicurezza. Questa sessione ha costituito un momento saliente del convegno, fornendo spunti di riflessione e condivisione di pratiche esemplari nel settore della prevenzione.
Gli accademici Francesco Antonelli, Andrea Malizia e Marco Di Liddo hanno arricchito la discussione con le loro analisi e ricerche sul fenomeno dell’estremismo, sulla minaccia CBRNe e sulle prospettive relativa al rischio di attentati ai cosiddetti “soft targets“.
Il dottor Massimo Abdallah Cozzolino ha ricoperto un ruolo cruciale nell’assistere l’organizzazione e il coordinamento dell’evento, apportando un contributo specialistico di grande valore. Il suo coinvolgimento ha sottolineato quanto sia vitale la collaborazione interdisciplinare per il buon esito di progetti articolati.
L’evento ha evidenziato l’impegno profuso dalla Grande Moschea di Roma nel promuovere il dialogo interreligioso, con una notevole partecipazione di rappresentanti di diverse confessioni religiose e associazioni. Questo impegno si è concretizzato nell’obiettivo di assicurare la protezione dei luoghi di culto, enfatizzando la necessità di un ambiente sicuro e rispettoso per la pratica religiosa.
Il messaggio chiave che è emerso dall’incontro è stato quello dell’urgenza di lavorare insieme per superare le barriere dell’ignoranza e del pregiudizio. Attraverso il dialogo, è possibile costruire una società più inclusiva e tollerante, dove ogni individuo possa sentirsi valorizzato e protetto nella propria identità religiosa.
L’incontro ha segnato un passo significativo nello scambio di idee e nella creazione di una rete collaborativa tra autorità religiose, istituzioni, forze dell’ordine e il settore accademico. L’obiettivo comune è stato quello di rafforzare la pace e la sicurezza nei luoghi sacri, testimoniando un impegno collettivo verso l’armonia interconfessionale.
In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, iniziative come queste sono vitali per rafforzare i legami umani e per promuovere una cultura del rispetto e della comprensione reciproca. La protezione dei luoghi di culto e la sicurezza dei fedeli rimangono priorità imprescindibili, e il lavoro svolto da EIA offre un esempio luminoso di come queste mete possano essere perseguite attraverso lo sforzo congiunto e il dialogo costante tra tutte le comunità.
Redazione