La Corte d’assise di Frosinone ha emesso una sentenza di sei anni di reclusione per associazione terroristica nei confronti di Fotouh Ibrahim Matar Hatem, un egiziano in Italia dal 2003. Il caso solleva domande sulla trasmissione di materiale jihadista e l’adesione a organizzazioni terroristiche.
La Corte d’assise di Frosinone ha emesso una sentenza di sei anni di reclusione nei confronti di Fotouh Ibrahim Matar Hatem, egiziano di 38 anni residente a Colleferro, per associazione terroristica. L’imputato è stato definito un “jihadista della penna” e la condanna è stata basata sulla trasmissione di 74 documenti ritenuti di provenienza dallo Stato islamico, tra cui video e materiale informativo su corsi sull’uso delle armi, comprese le armi biologiche.
Durante l’udienza, l’imputato ha negato le accuse e ha lamentato la difficoltà nell’accesso al materiale d’accusa per potersi difendere. Tuttavia, la Corte ha ritenuto l’egiziano colpevole del reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale, disponendo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’espulsione al termine della pena, la confisca e la distruzione del materiale in sequestro.
L’avvocato difensore ha contestato le accuse da un punto di vista normativo, citando diverse sentenze della Corte di cassazione in materia. Ha sottolineato la necessità di provare l’adesione a un programma specifico per configurare il reato di adesione all’associazione terroristica e ha evidenziato la mancanza di prove concrete nel processo.
Inoltre, l’avvocato ha fatto notare che la condivisione del materiale jihadista non necessariamente comporta l’adesione all’organizzazione terroristica e ha sottolineato che l’imputato non era un frequentatore del dark web. Ha inoltre evidenziato che il materiale contestato non ritraeva atti terroristici ma la situazione nel Sinai, con immagini di guerriglia urbana.
La difesa ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello in attesa delle motivazioni della condanna. La sentenza della Corte d’assise di Frosinone rappresenta un importante caso giudiziario in materia di associazione terroristica e solleva questioni significative riguardo alla trasmissione e diffusione del materiale jihadista e alla sua relazione con l’adesione effettiva a un’organizzazione terroristica.
La decisione della Corte potrebbe avere ripercussioni significative sulle future indagini e processi riguardanti reati legati al terrorismo internazionale, e sarà interessante seguire lo sviluppo del caso in sede di appello.
Redazione