Primo giorno di scuola in Francia: 67 ragazze rimandate a casa per aver rifiutato di conformarsi al nuovo codice di abbigliamento scolastico. Il divieto dell’abaya, una lunga tunica indossata dalle donne musulmane, ha alimentato un acceso dibattito politico attorno ai valori laici del paese e alla discriminazione della comunità musulmana.
Il governo francese ha recentemente introdotto il divieto per le donne musulmane di indossare l’abaya, una lunga tunica, nelle scuole. La nuova politica è entrata in vigore il primo giorno di scuola, e 298 ragazze si sono presentate con la tunica. Mentre la maggior parte di queste ragazze ha scelto di cambiarsi i vestiti, 67 di loro hanno rifiutato di conformarsi alla nuova politica e sono tornate a casa. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha spiegato che il governo sta assumendo una posizione più rigorosa nei confronti della comunità musulmana, affermando che “le scuole sono laiche e non c’è posto per i simboli religiosi“.
Come annunciato dal ministro dell’Istruzione, Gabriel Attal, la maggioranza delle ragazze ha scelto di non indossare l’abaya, mentre una minoranza di loro, soprattutto le studentesse più grandi che frequentano la scuola secondaria, ha deciso di opporsi e difendere i valori della loro religione. Attal spera che il nuovo divieto venga presto accettato da tutti: “Nei prossimi giorni dovranno tornare perché devono andare a scuola e allora vedremo se avranno rispettato il nuovo regolamento, altrimenti continueremo il dialogo con loro“. Secondo il ministro, il valore della laicità “non sarebbe una costrizione“, ma con l’abaya o la sua versione maschile non sarà comunque consentito entrare in classe. L’associazione per i diritti dei musulmani ha presentato ricorso al Consiglio di Stato riguardo al nuovo divieto dell’abaya nelle scuole francesi. Si attende una decisione, considerando anche i tempi record in cui il provvedimento è stato introdotto.
La Francia ha vietato i simboli religiosi nelle scuole fin dal 2004, tra cui croci, kippah ebraiche e i veli islamici, al fine di rendere laici i luoghi di istruzione. Nel 2010 il governo francese ha poi introdotto una legge che vieta il burqa, il velo che copre completamente il viso, per motivi di sicurezza nazionale.Tuttavia, l’ultimo provvedimento che vieta l’abaya ha scatenato un acceso dibattito politico sulle possibili discriminazioni nei confronti della minoranza musulmana del Paese, che rimane la più “islamizzata” d’Europa. Secondo il portavoce del governo Olivier Véran, “indossare l’abaya sarebbe un attacco politico e un tentativo di far convertire all’Islam“. Al contrario, la deputata della sinistra radicale Clémentine Autain ha criticato la nuova “polizia dei vestiti“, definendo il divieto come “un rifiuto ossessivo dei musulmani, una guerra di religione“.
Questa decisione è ancora più significativa dopo la legge di Macron contro il separatismo islamico del 2020, che egli stesso ha motivato con la non conformità tra l’islam radicale e i valori laici della Repubblica. La questione della laicità francese continua a dividere il governo e la società francese, con opinioni contrastanti sulla necessità di preservare i valori laici del paese e sulla protezione dei diritti delle minoranze.
Redazione