Le manifestazioni pro-Palestina stanno avvenendo in tutto il mondo occidentale, inclusa l’Italia, ma alcune di queste hanno sollevato preoccupazioni per la loro natura estremista e i messaggi di odio e violenza espressi. Nel Regno Unito, in Germania, in Francia e nei Paesi Bassi, sono stati segnalati episodi di slogan violenti e attacchi contro la comunità ebraica. In Italia, durante una manifestazione a Milano, sono emersi gesti offensivi e slogan antisemiti. Questa situazione preoccupante mette in discussione i valori di convivenza e richiede sforzi per promuovere la pace e la comprensione tra le diverse comunità.
Le manifestazioni pro- Palestina stanno avvenendo in tutto il mondo occidentale, compresa l’Italia. Tuttavia, alcune di queste manifestazioni hanno sollevato preoccupazioni per la loro natura estremista e per i messaggi di odio e violenza che sono stati espressi.
Nel Regno Unito, ad esempio, durante una manifestazione a Manchester, la presidente di Manchester Friends of Palestine, Dana Abuqamar, ha esultato per gli attacchi di Hamas contro civili israeliani. Voci simili si sono sentite anche a Brighton.
Anche in Germania, durante le manifestazioni pro-palestinesi e pro-Hamas a Berlino, si sono sentiti slogan come “morte agli ebrei” e “morte a Israele“.
In Francia ci sono state diverse diverse manifestazioni, nonostante l’interdizione dalle autorità, in cui sono circolati messaggi di odio antisionista e antiebraico. Anche nei Paesi Bassi, i manifestanti sventolavano le bandiere di Hamas.
In Italia, durante una manifestazione a Milano, alcuni manifestanti hanno esposto una bandiera con la scritta “Death to Israel“, un messaggio che è stato ampiamente criticato per il suo tono violento e pericoloso. Inoltre, alcuni manifestanti hanno espresso sentimenti antisemiti attraverso l’uso di slogan e gesti offensivi contro la comunità ebraica.
La situazione in Europa nel suo complesso è preoccupante, poiché le manifestazioni propalestinesi stanno diventando sempre più cariche d’odio, con gravi episodi antiebraici. Ciò crea un clima di tensione tra le diverse comunità e mette in discussione i valori fondamentali di coesistenza e di pacifica convivenza.
In passato, ci sono stati esempi di attacchi terroristici in Europa che sembravano non avere alcuna connessione diretta con il conflitto in Medio Oriente, ma che sono stati rivendicati da gruppi estremisti che sostengono la causa palestinese. Ad esempio, l’attentato alla sinagoga di Istanbul nel 2003, che ha causato la morte di 23 persone, è stato rivendicato da un gruppo islamista che ha dichiarato di agire in solidarietà con il popolo palestinese.
L’attacco al supermercato kosher Hypercacher a Parigi, nel 2015, in cui quattro persone sono state uccise da un terrorista islamista.
La sparatoria del 2012 presso una scuola ebraica a Tolosa, che ha causato la morte di quattro persone, tra cui tre bambini.
L’attacco al Museo Ebraico del Belgio a Bruxelles nel 2006, in cui quattro persone sono state uccise da un unico aggressore.
Nel 1982, a Roma, un commando composto da cinque terroristi attaccò la sinagoga, colpendo a morte il piccolo Stefano Gaj Taché e ferendo circa quaranta persone.
L’escalation del conflitto tra Israele e Hamas a Gaza suscita preoccupazioni per le possibili ripercussioni in Europa. In particolare, c’è il timore che i gruppi simpatizzanti della causa palestinese possano sfruttare questa situazione come pretesto per attaccare obiettivi europei che apparentemente non hanno collegamento diretto con il conflitto. Questo solleva serie preoccupazioni per la sicurezza e la stabilità nella regione europea.
L’uccisione del professore in Francia, avvenuta in un liceo di Arras nel nord della Francia e il recente attacco terroristico a Bruxelles rappresentano una tragica conseguenza della situazione di tensione attuale in Europa.
Inoltre, i recenti episodi di violenza e di antisionismo durante le manifestazioni propalestinesi in Europa hanno sollevato preoccupazioni per la sicurezza degli ebrei e degli obiettivi legati alla comunità ebraica.
Un trentenne nordafricano è stato fermato a Torino dalla polizia mentre urlava “Allah akbar” vicino alla sinagoga, brandendo un coltello.
In Germania, due bombe molotov sono stata lanciate al complesso della sinagoga di Berlino che ospita anche un asilo.
In Francia, un uomo armato di coltello è stato arrestato vicino ad una sinagoga di Cannes mentre cercava di aggredire passanti.
A Milano, sono stati effettuati due arresti significativi nel contesto della lotta al terrorismo internazionale e all’istigazione a delinquere. Gli arrestati sono Alaa Rafaei e Gharib Noasir.
Alaa Rafaei è stato arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale. Le autorità hanno individuato il suo coinvolgimento nelle attività di un’organizzazione estremista che promuoveva ideologie violente e che aveva legami con gruppi terroristici internazionali.
È importante che i manifestanti rispettino i valori della non violenza e della convivenza.
L’odio e la violenza non possono mai essere giustificati, e dobbiamo tutti lavorare insieme per promuovere la pace e la comprensione tra le diverse comunità.
Abdellah M. Cozzolino